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mercoledì 01 settembre 2010

Appunti di Costruzioni Idrauliche di Edoardo Orabona a cura di Michele Mossa


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  • Il testo è una copia anastatica degli appunti manoscritti di Costruzioni Idrauliche di Edoardo Orabona (tra i fondatori della Facoltà di Ingegneria di Bari) con testo a stampatello a fronte. E‘ stato presentato in occasione dell‘Inaugurazione dell‘Anno Accademico 2010-11, durante la quale si celebrava anche il XX Anniversario della nascita del Politecnico di Bari.
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Nei vari convegni a cui ho partecipato, alcuni dei quali da me organizzati nell‘ambito delle attività dell‘AII, così come negli editoriali del magazine Hydrolink dell‘IAHR, ho sempre sottolineato l‘opportunità, direi addirittura l‘esigenza, per le varie istituzioni accademiche o professionali, di porre particolare attenzione alle variazioni in atto a livello internazionale nel campo della ricerca e in quello professionale. Ciò al fine del miglior soddisfacimento degli specifici obiettivi delle suddette istituzioni, potendo fornire  risposte aggiornate, oltre che concrete, alle richieste provenienti dal mondo accademico, nel suo doppio ruolo di sede di attività di ricerca e di didattica superiore, e dal mondo del lavoro. Tutto questo richiede spesso una corretta e tempestiva proiezione verso il futuro e verso il nuovo. Tuttavia tale auspicata propensione, assolutamente necessaria al fine di essere competitivi a livello internazionale, potrebbe provocare un effetto collaterale, una sorta di indotta conseguenza, che consiste nel trascurare, quasi inavvertitamente, quanto appartiene al passato, alle nostre stesse radici e origini. Ovviamente mi riferisco ad un “passato” che non va inteso nel senso di vecchio, trascorso, fuori moda, appassito, o, peggio ancora, marcio, scaduto, retrogrado, ma piuttosto a quel “passato” da intendersi come saggio, maestro, sapiente, dotto, giudizioso, esperto, ossia quel “passato” che funge da riferimento per il presente e da trampolino per il futuro, del quale costituirà le fondamenta. Il passato inteso in quest‘ultimo modo deve essere salvaguardato, ricordato e tramandato, come risorsa imprescindibile per il presente e il futuro.
 
In altri termini, pur credendo fortemente nell‘esigenza di non rimanere ancorati a ciò che è trascorso (propensione, quest‘ultima, che spesso comporta il rischio di vivere di eventuali vecchie e trascorse glorie, per nascondere una mancata competitività nel presente), sono parimenti convinto dell‘importanza delle nostre stesse radici. Non può esserci un futuro migliore se non nella consapevolezza e nel recupero del meglio del passato. Il mondo estremamente competitivo della ricerca e della professione non può disconoscere che la storia, in generale, e quella della scienza e tecnica, in particolare, offre una prospettiva unica da cui osservare alcune delle sfide intellettuali più ambiziose. Solo rilevando l‘intreccio tra scienza, istruzione e sviluppo del recente passato, si può capire come utilizzare meglio la scienza e la tecnica di oggi. Il paradosso in cui si cadrebbe, non avendo questo corretto approccio, è ben delineato dallo scrittore Russel Hoban, il quale osservava che se il passato non può insegnare niente al presente, e il padre al figlio, allora la storia deve essere stanca di andare avanti e il mondo di sciupare una grande quantità di tempo. 
 
Ma il passato e la storia si materializzano attraverso opere e personaggi storici. Come possono essere definiti questi ultimi? Scrive Alberto Tenenti a proposito dello storico Lucien Febvre, definito “instancabile distributore di idee e di intuizioni scientifiche”: “Che cosa sono questi individui prestigiosi, i ‘personaggi storici‘? Sono, abbiamo detto un giorno, ‘gli autori responsabili di una grande opera storica‘. Ma che cos‘è una grande opera storica? Un insieme di fatti raccolti, raggruppati, organizzati dagli storici, in modo tale da costituire un anello di quelle grandi catene di fatti omogenei e distinti (politici, economici, religiosi ecc.) di cui gettiamo la rete, più o meno fitta, sul passato storico dell‘umanità. Siamo noi a foggiare e rifoggiare senza posa queste catene, nel nostro bisogno di ‘organizzare il passato‘, di mettere ordine e regola nell‘insieme perpetuamente in moto, nello sfarfallio e nello scintillio di fatti che, senza leggi apparenti, si urtano, si confondono, si condizionano reciprocamente intorno a ogni uomo in ogni istante della sua esistenza e, dunque, dell‘esistenza della società della quale fa parte” (cfr. Novecento filosofico e scientifico, a cura di A. Negri, Marzorati, Milano, 1991, vol. V, pagg. 32-33).
 
Ed è proprio in questo contesto che ritengo che uno degli obiettivi dell‘Associazione Idrotecnica Italiana sia quello di riconoscere nella storia le fondamenta del proprio presente e il baluardo per uno slancio verso il futuro.
 
Questo lavoro di recupero del manoscritto di Edoardo Orabona (Aversa, 14 ottobre 1897 - Bari, 17 ottobre 1973) ha l‘ambizione di andare nella direzione descritta. Non mi dilungherò sulle motivazioni per le quali l‘AII – Sezione Puglia abbia voluto realizzare questo lavoro in onore di Edoardo Orabona, lasciando a chi ha avuto modo di conoscerlo di persona il compito di descriverne angolazioni e peculiarità umane ed accademiche.
 
Mi preme piuttosto raccontare l‘aneddoto per cui sono entrato in possesso del manoscritto degli appunti di Costruzioni Idrauliche di Orabona, che venivano utilizzati dai suoi allievi in un periodo in cui i testi erano davvero merce rara. In un classico momento di pausa di una normale giornata di lavoro presso l‘allora Dipartimento di Ingegneria delle Acque, avendo sentito la voce del compianto prof. Antonio Giuliani, che era appena giunto in dipartimento, mi affacciai nella sua stanza per salutarlo. Come spesso avveniva, quasi inavvertitamente e naturalmente, nacque una conversazione in cui si passava subitaneamente da un argomento ad un altro, fino a giungere alle trascorse vicende dell‘Istituto di Idraulica e Costruzioni Idrauliche dell‘Università di Bari. Molte volte si trattava di brevi conversazioni intrise di aneddoti, vicende e aspetti gloriosi o piuttosto tragici o, ancora, comici e, comunque, sempre serene e piacevoli. Per me, allora giovane ricercatore, rappresentavano una sorta di memoria storica ed ero sempre interessato ad ascoltarle, perché in quel modo venivo a conoscenza di eventi trascorsi, spesso diverse decine di anni prima, che riguardavano, per esempio, la vecchia sede del laboratorio di idraulica o della facoltà di ingegneria, o, piuttosto, le vicende per la costruzione di alcuni apparati di laboratorio, o altro ancora.
Quel giorno, in particolare, la conversazione cadde sul fondatore della facoltà di ingegneria di Bari, il prof. Edoardo Orabona. Non ci volle molto perché, parlando delle vicissitudini del passato che videro Orabona coinvolto durante i difficili anni di ricostruzione del dopoguerra, il prof. Giuliani mettesse fuori da qualche angolo recondito del suo armadio una vecchia cartellina di cartoncino che custodiva un vecchissimo numero di un quotidiano locale, alcuni fogli di calcoli idrologici e, infine, il manoscritto degli appunti di Costruzioni Idrauliche del prof. Orabona. La conversazione, ovviamente, si incentrò su quegli appunti ed ebbe come epilogo, con mio stupore e immenso piacere, il dono da parte del prof. Giuliani dell‘intera cartellina e del suo prezioso contenuto storico, con l‘impegno di custodia da parte mia. Da allora sono trascorsi diversi anni e purtroppo il prof. Antonio Giuliani è venuto a mancare al nostro affetto. Mantengo ovviamente fede a quell‘impegno di custodia e rendo pubblico volentieri il manoscritto, proprio per condividerlo e per perseguire quel naturale obiettivo di “memoria storica” a cui ho fatto cenno all‘inizio. Questo lavoro vuole essere il raggiungimento di quell‘obiettivo e sarà ora chiaro al Lettore perché lo dedico oltre che al prof. Edoardo Orabona anche al prof. Antonio Giuliani.
 
 
Prima del manoscritto seguiranno, nell‘ordine, una breve biografia di Edoardo Orabona a cura del prof. Girolamo Ippolito (scritto estratto dal volume “L‘Opera di Edoardo Orabona”, Studio Grafico Marangio, Bari, gennaio 1975) e gli scritti del prof. Antonio Castorani, del prof. Mario Savino, del prof. Domenico Santangelo, del prof. Antonio Damiani, del prof. Giuseppe C. Frega, del prof. Carlo Montuori, del prof. Matteo Ranieri e del compianto prof. Antonio Vitale, tutti presentati in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita del prof. Orabona, che culminarono nelle giornate di studio in suo onore organizzate dal Dipartimento di Ingegneria delle Acque del Politecnico di Bari il 13 e 14 ottobre del 1997. Reputo che questi testi siano una opportuna e adatta introduzione al manoscritto, perché composti da colleghi che hanno conosciuto personalmente il prof. Edoardo Orabona o che piuttosto hanno rivestito delle cariche accademiche durante le celebrazioni di cui ho parlato, riportando diversi aspetti della sua vita, professionale, scientifica e personale.
 
Passando, infine, ad alcuni commenti sul lavoro, ringrazio il prof. Antonio F. Petrillo per il supporto finanziario con cui ha voluto contribuire alla sua realizzazione e l‘ing. Giuseppe Calò Carducci per l‘aiuto fornito nella fase di revisione del testo a fronte. Ho, infatti, voluto che il manoscritto fosse accompagnato da un testo a fronte che ne facilitasse la lettura, comunque già semplice a partire dall‘originale, vista la chiarezza della grafia del prof. Orabona. Si tratta, come già annotato, degli appunti del corso di Costruzioni Idrauliche scritti con penna stilografica dal prof. Orabona. È difficile poter dare una datazione precisa degli stessi, ma da informazioni ricevute da chi ne fece uso, risalirebbero alla fine degli anni Quaranta del Novecento, quando la neonata Facoltà di Ingegneria dell‘Università di Bari aveva sede presso il Palazzo della Camera di Commercio, sebbene alcune lezioni si tenessero in Corso Trieste, e il primo laboratorio di Idraulica e Costruzioni Idrauliche era allocato in un capannone alle spalle dell‘Istituto di Fisica in prossimità di Via Amendola. A mio avviso, in questi appunti emergono note molto interessanti, come, per esempio, i disegni, rigorosamente a mano libera. La carta su cui sono stati scritti si è rivelata essere in alcuni casi quella intestata della Facoltà di Ingegneria o dell‘Istituto di Idraulica e Costruzioni Idrauliche dell‘Università di Bari o anche più vecchia, ossia dell‘Istituto di Idraulica Agraria della Regia Università di Bari. I contenuti spaziano da argomenti che vanno da quelli classici delle Costruzioni Idrauliche, all‘Idrologia, all‘Idraulica Fluviale, agli elementi costruttivi delle dighe e traverse, ai canali, alle macchine idrauliche e agli elementi di Ingegneria Sanitaria. Quasi tutte le pagine sono ricche di dettagli costruttivi con disegni particolarmente interessanti. In taluni casi, subito dopo una dimostrazione o una descrizione di un argomento, si potranno leggere dei commenti del prof. Orabona, quasi delle esternazioni, talvolta anche critiche, su quanto aveva precedentemente scritto, dimostrato o riportato dalla letteratura, a testimonianza della sua nota vivacità culturale e idiosincrasia verso compromessi di comodo. Vorrei sottolineare l‘attualità di alcune delle tematiche trattate e delle soluzioni proposte, che oggi andrebbero sotto il nome di ingegneria naturalistica o per la protezione dell‘ambiente. Per esempio le pagine relative all‘idraulica fluviale sono particolarmente preziose tenuto conto che non sempre i testi attualmente in commercio ripropongono per completezza e numero di particolari e dettagli quanto riportato in questi appunti.
Sono davvero convinto che si tratti di un prezioso manoscritto che merita di essere letto o riletto con piacere anche ai giorni nostri. Ed è con questo auspicio che auguro a tutti una buona lettura.
 
Bari, 25/3/2010
Michele Mossa
 
  

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Prof. Ing.
Michele Mossa
Professore Ordinario di Idraulica
(Politecnico di Bari)
Dottore di Ricerca in Ingegneria Idraulica per l'Ambiente e il Territorio


POLITECNICO DI BARI
DICATECh
Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica
Via E. Orabona, 4 - 70125 Bari

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